Le chiamavano neopromosse…
Trapani-Trieste non è solo, bilateralmente, la trasferta più lunga del campionato (quasi 1700 km), ma è anche la coppia di matricole più forte che la Serie A abbia conosciuto negli ultimi 30 anni. E se le ambizioni (e il budget) dei siciliani erano state dichiarate fragorosamente già a settembre 2023, all’avvento del patron Antonini, l’impressione è che sia invece passato sotto traccia il mercato dei giuliani, che hanno messo insieme un roster brillante e competitivo che potrà tranquillamente giocarsi le sue chance playoff.

La squadra è a trazione posteriore, è stato assemblato un backcourt di assoluto livello con Colbey Ross, Denzel Valentine e la vecchia conoscenza azzurra Markel Brown. Contro Milano all’esordio hanno combinato per 59 punti e 11 assist colpendo ripetutamente dall’arco e in penetrazione anche nei momenti topici del match, quando l’Olimpia ha provato a rientrare. A questi tre moschettieri va aggiunto poi Jeff Brooks, che può tornare protagonista dopo gli anni di gregariato a Milano e Venezia, e che a Trieste fa l’equilibratore, facendo spesso e volentieri l’ala grande nei quintetti piccoli che tanto piacciono a coach Jamion Cristian, americano come la proprietà. Nello stesso ruolo, quello dello stretch four, può evolvere anche Justin Reyer, il giocatore che con la sua duttilità e il suo atletismo ha trascinato i giuliani in Serie A schiantando Cantù nella finalissima-promozione. Poi ci sarebbero i lunghi veri, e se per gli esterni il management ha puntato forte sull’esperienza dell’usato sicuro e sicurissimo, qui ha invece optato per due rookie del campionato italiano, Jarrod Uthoff e il lunghissimo Jayce Johnson, che con Milano hanno fatto legna (1 punto e 5 rimbalzi in due) e che sono attesi ad una prestazione più incisiva.

Trieste insomma c’è, è reduce da un debutto scintillante (la vittoria sui campioni in carica è arrivata davanti a 6000 spettatori) ed ha voglia di confermarsi. Napoli dal canto suo è invece ancora a caccia di equilibri e certezze: a Pistoia ha vissuto di fiammate e di incredibili passaggi a vuoto, ma soprattutto ha mostrato poca intensità. Quella di Milicic, insomma, non è ancora una squadra, ma vive del talento dei suoi singoli e la speranza è che il brusco risveglio di Pistoia abbia chiarito questa condizione e spronato chi è ancora indietro. Anche perché radiomercato ha già aperto un fascicolo su Jordan Hall, che nel debutto in Serie ha giocato appena 6’.