Justin Jaworski

Justin Kyle Jaworski. Un po’ Penberthy, un po’ Bulleri, un po’ Jaworski. Il ventiquattrenne americano incarna lo spirito Gevi. Arrivato in punta di piedi e tra lo scetticismo generale, allenamento dopo allenamento ha saputo conquistarsi minuti, responsabilità, quintetto e rispetto da parte dei compagni. A Pesaro è stato decisivo. Più in difesa che in attacco. Un collante incredibile. Milicic lo lancia ormai sempre in quintetto perché Justin sa trasmettere intensità anche ai compagni. 25 punti in 28 minuti, 67% da due, 70% da tre con 7 triple e 2 assist sono numeri top.

Ottima l’intuizione di Llompart che firma in estate uno dei suoi primi colpi della sua gestione dell’area tecnica. Justin dopo 4 anni a LaFayette e tentativi con Atlanta ed Oklahoma di provare la strada dell’Nba, trova la sua dimensione al San Sebastian in seconda serie spagnola dove Llompart lo vede, lo segnala e lo fa firmare. Un bell’azzardo per un giocatore semisconosciuto che però è davvero l’uomo immagine di questo riscatto targato NapoliBasket.

In difesa ottimo esecutore, prezioso collante e mai timido al tiro a Pesaro ha meritato la palma di MVP. Ma è stata tutta la squadra a brillare. Innanzitutto da sottolineare la prova solida in difesa dopo la sconfitta del PalaBarbuto contro la Virtus Bologna e poi la scientifica distribuzione del peso dell’attacco, sei uomini in doppia cifra testimoniano la bontà del lavoro tecnico ed in palestra di Milicic. Napoli festeggia la quarta vittoria su sei partite e si conferma una realtà in ascesa del nostro panorama cestistico.